sabato 7 gennaio 2012

Shabby Chic in cerca di autenticità


  





Shabby chic in cerca di autenticità e matericità (verrebbe da aggiungere), proprio solo per raggiungere ricerca estetica e comunicazione poetica attraverso la semplicità e la ruvidità di un arredamento.

Quando la bellezza di un interno si adagia su ruvide sporgenze materiche...
l’odore del legno invecchiato, la freschezza del cotone grezzo e del lino, l’eleganza essenziale del bianco. Si chiama Shabby (“trasandato”, in italiano) trattino Chic e quando il termine fu usato per la prima volta negli anni Ottanta dalla rivista The World of Interiors metteva in luce un nuovo modo di arredare la casa, fatto di oggetti di recupero portati a nuova vita valorizzando i segni lasciati dal tempo. 

Ma cosa ci può essere di chic in qualcosa di logoro e trasandato? La risposta, che giustifica l’ossimoro più digitato su Pinterest e Istagram da chi è in cerca di ispirazione, è che l’eleganza non è data dalla perfezione dei dettagli, ma dall’armonia di accostamenti e forme e dalle sensazioni che questo miscuglio, se esercitato con sapienza, può trasmettere.





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